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Novanta immagini salvate dall'oblio, selezionate tra millecinquecento lastre fotografiche, restaurate e raccontate da Flavio Brunetti. "Prima di essere un titolo, Non aprire che all'oscuro è la raccomandazione incisa sul coperchio delle scatole delle antiche lastre fotografiche al bromuro d'argento. La storia ha inizio quando l'autore, in modo del tutto casuale, si imbatte in due casse, grandi come quelle utilizzate per trasportare le bottiglie di birra, ricolme di scatole di lastre fotografiche e gettate tra le cianfrusaglie di due trovarobe. Fu amore a prima vista e immediata contrattazione dettata dall'istinto più che dalla ragione. L'ansia di scoprire l'esatta provenienza, il tempo, chi fosse stato il fotografo, culminano nelle fattezze e nell'umanità della società di una paese molisano (ma un paese varrebbe l'altro) nell'arco di tempo compreso tra la fine del 1800 e il 1933. Tutte le lastre furono scattate dallo stesso fotografo, Mastrosanti, dal quale tutto il paese si recava a immortalare la nascita, la crescita, la morte, la partenza per il fronte, il matrimonio, la ricerca del marito, la famiglia etc.".